Xenesthis immanis è una simpatica tarantola colombiana, la cui dieta consiste in… suppergiù qualsiasi cosa su cui riesca a mettere i cheliceri, comprese piccole rane.

Chiasmocleis ventrimaculata è una piccola rana.

Sembrerebbe una storia dal finale scontato, ma… contro ogni aspettativa, queste due specie hanno stretto una bizzarra simbiosi: il ragno non mangia la rana (peraltro abbastanza tossica da evitare di finire sul menù per una momentanea svista dell’aracnide) e ne tollera la presenza nel nido, fornendo all’anfibio una notevole protezione. La rana, dal canto suo, mantiene il nido e, soprattutto, le uova del ragno protetti dagli insetti attirati dai resti delle prede della tarantola e dai parassitoidi.

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E’ tornata la primavera

… e son tornati gli insetti defogliatori. Che meraviglia!

Imago (adulto) della piralide del bosso – fonte wikimedia

Mi guardo intorno, ed ecco che trovo i segni di -qualcosa-: il bosso ha le foglie tarlate, e sembra sull’orlo del collasso. Guardo più da vicino, ed ecco che dentro alle foglie vedo delle piccole larve (dei bruchi).

Piralide del bosso (Cydalima perspectalis): è una piccola farfalletta proveniente dall’Asia e, come si intuisce dal nome, il pranzo preferito dalle larve è il povero bosso. Deperimento, fili sericei tra le foglie, foglie parzialmente (le larve nei primi stadi si nutrono della sola pagina inferiore) o totalmente divorate… il sito Entomologia Agraria parla anche di una malattia fungina innescata dall’attacco dei bruchi!

Mi sa che quel bosso è perso. Qui maggiori informazioni.

Poi apro la finestra e guardo il nido artificiale per uccelli, dietro al quale avevo rilevato una curiosa massa arancione, dall’aspetto spugnoso… e dalla quale adesso stanno sgusciando dei minuscoli bruchi scuri. Lievemente preoccupato vado a cercare maggiori informazioni (non mi piace distruggere nidi indiscriminatamente, neanche quando chi ne esce ha l’aria di voler defogliare qualcosa).

Femmine di bombice dispari che depongono le uova – fonte wikimedia

Bombice dispari (Lymantria dispar): una graziosa falena biancastra (visto il nome mi aspetto quasi che i puntini sulle ali siano dispari), di una certa importanza in campo agrario. L’adulto depone le uova all’interno di masse spugnose arancioni fissate a tronchi o simili (impossibile confonderle con le ooteche delle mantidi, queste masse sembrano vellutate e non segmentate), e da qui in primavera esce una banda di simpatici defogliatori polifagi estremamente voraci (riassumendo: mangian di tutto, mangian di brutto).

Il glicine lì vicino mi sarà grato per la rimozione del nido. Qui maggiori informazioni.

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… meh.

Samantha Cristoforetti è la prima italiana in orbita. Hip hip hurra!

E per qualche motivo la diretta del lancio è stata trasmessa solo da RaiNews24, e addirittura alcuni quotidiani cartacei hanno tralasciato la notizia (Wired cita il Corriere della sera, il Giornale, il Tempo e Libero).

E io che pensavo che il servizio del TG4 su Philae (la sonda atterrata su di una cometa) fosse un’eccezione. Cosa diamine c’è che non va? Se perfino un ragno riesce a sollevare gli occhi al cielo, perchè non ci riescono i media a diffusione nazionale?

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Sapete, quando si conosce un qualche argomento ci si rende conto di quante serie televisive facciano passare per vera scienza delle autentiche corbellerie…

Gli esempi sono numerosi: un medico che guardi Dr. House per esempio può arrivare alla diagnosi senza ricorrere a sostanze psicotrope o improvvisi lampi di genio.

Nel mio caso, invece, uno dei punti dolenti sono gli insetti (scommetto che non ve l’aspettavate…). E quando il cervellone di turno deve identificare gli insetti presenti su un cadavere, beh… posso capire la necessità di inserire sempre fattori diversi per coinvolgere lo spettatore e il non poter usare liberamente certe creature, però c’è un limite.

Un corpo avvolto da un bozzolo sericeo? Creato dalle processionarie? A parte che quelle riprese sono camole del legno (usate per la pesca sportiva), almeno quando le toccate fate finta di esserne urticati! E adesso che avete trovato, degli stafilini? Se avete bisogno di coleotteri “spazzini” ce ne sono di molto più appropriati, sceglietene qualcuno a caso, tanto si vede che in scena ci sono dei tenebrioni (le “boie” della farina).

Comunque, volevo rassicurare tutti: sono ancora attivo, anche se la mia passione per il medioevo ha portato via molto tempo e non ho potuto più scrivere nulla. Però è sempre divertente duellare in armatura… Ehi, giuro che non lo faccio per avere anche io un esoscheletro!

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Ancora predazioni? Ancora predazioni.

Con l’arrivo dell’autunno preparatevi ad un’invasione: ogni sorta di insetti cercherà di intrufolarsi in casa vostra per ripararsi dal freddo, nei prossimi mesi.

E tra gli altri ci saranno i ragni. Solo stasera ho ricollocato tre simpatici maschietti di Zoropsis (quelli veri, intendo, non tre miei cloni): mi stanno simpatici e li trovo carini, però fare lo slalom per evitarli nei corridoi rasenta il ridicolo… senza contare che il micio di casa li apprezza molto come passatempo e spuntino. Figlioli, starete benissimo tra le piante del giardino, giuro!

E adesso, veniamo all’argomento del titolo: avevo promesso predazioni, giusto? Dunque…

... 'sera. Le dispiace? Insomma, starei cenando!

“… ‘sera. Le dispiace? Insomma, starei cenando!”

Buonanotte!

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Son sempre qua, anche se mi faccio sentire solo di tanto in tanto. Il motivo dei miei silenzi? Eh, un po’ il lavoro (devo ancora abituarmi ed organizzare bene il mio tempo), un po’ l’altra mia passione, il medioevo.

Ormai ogni fine settimana ho una o due manifestazioni, e devo anche curare il mio equipaggiamento (allenarsi non fa bene all’armatura)… In effetti torno ora da una manifestazione. Abbastanza triste, devo dire: una carnevalata, tessuti sintetici in fogge impossibili da inquadrare storicamente con scarpe antinfortunistiche o peggio. E spade di legno con impugnatura di plastica…

Quindi, per distrarmi dalle mie sofferenze, fotografie! So che vi piacciono tanto…

una vespula vulgaris. L'altro insetto possiamo chiamarlo semplicemente cibo.

una vespula vulgaris. L’altro insetto possiamo chiamarlo semplicemente cibo.

Risalgono a qualche settimana or sono. I protagonisti sono una sfortunata cavalletta ed un gruppetto di agguerrite vespe comuni.

le vespe non lavorano da solePosso garantire che la cavalletta ancora si muoveva mentre veniva smantellata dai predatori. Letteralmente fatta a pezzi, e ogni singola zampetta portata via.

Gli imenotteri si avvicendavano per staccare pezzi della cavalletta dei prati.

Gli imenotteri si avvicendavano per staccare pezzi della cavalletta dei prati.

Scena piuttosto cruenta, ma le vespe non vanno tanto per il sottile per procacciare la carne con cui nutrire sè stesse e le larve. Ringrazio la mia ammiratrice segreta (grazie, Elisa!) per aver effettuato questi scatti.

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Popillia Japonica, o coleottero giapponese

Bene, qualcuno avrà probabilmente già sentito parlare di questo simpaticone. Cercherò di essere quanto più chiaro e sintetico possibile: sterminateli con estremo pregiudizio e avvertite le autorità competenti.

Non sto scherzando, immaginatelo come una versione chitinosa di Attila: è un vorace e prolifico defogliatore, e colpisce più di 100 specie diverse (erbacee, arbustive e arboree). Ed è arrivato in Italia.

http://www.parcoticinolagomaggiore.it/news/emergenza-popillia-japonica/

Su, avanti, cliccate quel link lì sopra e leggete.

-om nom nom- (fonte wikimedia commons)

Fatto? Bene, qualche informazione accessoria. I colori verde e bronzo e le antenne lamellate rendono abbastanza semplice l’identificazione dell’adulto; se trovate diversi adulti raggruppati insieme, sono i maschi che cercano di accoppiarsi con una femmina.

Le uova vengono deposte in prati, pascoli, aiuole o campi da golf. Sono insetti abbastanza adattabili, la vita adulta dura 1-2 mesi (a seconda delle temperature) e il rigore invernale viene affrontato nel terreno in forma di larva. Ho già detto che sono voraci defogliatori?

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Guardate cosa abbiamo appena trovato

L’ennesima foto, visto che riscontrano un certo successo. Questa volta è un soggetto scarsamente attivo (per non dire una natura morta), il problema maggiore era dovuto alla luminosità: era sera, temo di aver sparaflashato un po’ troppo…

 

Uova? Non credo sia il caso di pensare ad una frittata.

Uova? Non credo sia il caso di pensare ad una frittata.

Il soggetto non è quel ragnetto (photobombing ad otto zampe?), bensì quel mucchietto di sfere biancastre (ognuna di esse con un piccolo puntino scuro). Oh beh, il ragnetto inavvertitamente immortalato fornisce comunque un mezzo per capire di che dimensioni siano realmente.

A. vulgaris (anche detta “la falcidiatrice di orti”; fonte wikimedia commons)

Ok, uova; adesso vi starete tutti chiedendo “ma Zoropsis, già che ti atteggi sempre a insettologo adesso dicci un po’ di cosa sono!”
Va bene, va bene: sono uova di un qualche mollusco gasteropode (lumache, limacce e chiocciole). Dirò di più, sono arrivato a concludere che siano uova di Arion vulgaris, la lumaca rossa comune (anche conosciuta come Arion lusitanicus, o lumaca spagnola; non chiedetemi perchè chiamino lumache spagnole anche quelle residenti nel resto dell’Europa perchè non ne ho la benchè minima idea!).

Ma quanto sono bravo? Non è come se fossi arrivato ad una tale conclusione prendendo in considerazione quanto l’orticello di casa sia invaso dalle lumache rosse… Un ringraziamento a quella mia cara fan che ogni tanto trova queste cose interessanti, e arrivederci a tutti!

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